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Marcello Pantani
Nato a Cecina nel 1938 da famiglia operaia, morto a Pisa nel settembre 2017
Era un militante de “il potere operaio” Toscano che poi confluì in Lotta Continua. Ha speso una vita a fianco dei lavoratori.
“Sarebbe stato strano che uno come me non avesse partecipato al sessantotto.” dice. Era già in politica da sedici anni, nel 1968, quindi per lui non fu una folgorazione, era uscito dalla Federazione Giovanile Comunista poiché molto critico nei confronti del Partito e della sua posizione nei fatti di Ungheria. Visse il 68 da membro di un gruppo organizzato e combattivo, il Potere Operaio, occupandosi di attività nelle fabbriche.
Scioltasi Lotta Continua, dopo il 1976 non ha più fatto parte di alcuna organizzazione ma si è sempre occupato di problemi della società civile, nel sindacalismo nei Cobas ( Confederazione dei comitati di base) specie nella scuola ma comunque pubblico impiego, ha anche partecipato alle lotte contro la guerra ed anche si è interessato di immigrazione, fino alla fine dei suoi giorni.
“Il sessantotto aveva teorizzato e fatto grandi cose.” dice
Ma i protagnoisti si sono ritirati dalla scena senza porsi il compito di salvaguardare la memoria storica.
Con la manipolazione della memoria storica e il lavoro subordinato è diventato un fatto di schiavi salariati divisi e in guerra fra di loro.
Nato a Cecina nel 1938 da famiglia operaia, morto a Pisa nel settembre 2017
Era un militante de “il potere operaio” Toscano che poi confluì in Lotta Continua. Ha speso una vita a fianco dei lavoratori.
“Sarebbe stato strano che uno come me non avesse partecipato al sessantotto.” dice. Era già in politica da sedici anni, nel 1968, quindi per lui non fu una folgorazione, era uscito dalla Federazione Giovanile Comunista poiché molto critico nei confronti del Partito e della sua posizione nei fatti di Ungheria. Visse il 68 da membro di un gruppo organizzato e combattivo, il Potere Operaio, occupandosi di attività nelle fabbriche.
Scioltasi Lotta Continua, dopo il 1976 non ha più fatto parte di alcuna organizzazione ma si è sempre occupato di problemi della società civile, nel sindacalismo nei Cobas ( Confederazione dei comitati di base) specie nella scuola ma comunque pubblico impiego, ha anche partecipato alle lotte contro la guerra ed anche si è interessato di immigrazione, fino alla fine dei suoi giorni.
“Il sessantotto aveva teorizzato e fatto grandi cose.” dice
Ma i protagnoisti si sono ritirati dalla scena senza porsi il compito di salvaguardare la memoria storica.
Con la manipolazione della memoria storica e il lavoro subordinato è diventato un fatto di schiavi salariati divisi e in guerra fra di loro.
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- Federico Tovoli
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