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Paolo Sollier
Torinese. Paolo Sollier e ci tiene alla pronuncia italiana di un cognome di radice francese, occitana. Anno di nascita 1948. “Nel sessantotto mi presi una pausa smettendo di studiare dall’ITI”.
Nei confronti del movimento studentesco si sentiva a disagio poiché essendo nullafacente non era “categoria”; giocava a pallone e faceva il volontario con EMMAUS e Operazione Mato Grosso…. Il mondo cattolico progressista è stata la sua piattaforma di partenza.
“Il sessantotto è stata una cosa molto positiva perché ha scardinato i valori ancestrali, nei rapporti personali, il modo di stare al mondo.” dice e si arrabbia quando si etichetta quel periodo come “anni di piombo”, “Innegabile che ci siano stati un terrorismo ed un fenomeno eroina ma in quegli anni sono nati i movimenti civili: femminismo, ambientalismo ed anche son state fatte le conquiste della società odierna: diritti sindacali etc..” afferma.
Casualmente nel mondo del calcio professionale. Casualmente la foto col pugno chiuso per la quale è divenuto famoso a quell proposito racconta che era un’espressione di identità nata quando salutava i suoi amici che lo andavano a veder giocare, proseguì quando giocava del Perugia in serie A ma era un gesto rivolto a se stesso per ricordarsi delle proprie radici, visto che cakcisticamente si è sempre ritenuto un “brocco” e si trovava in campo con gente come Gigi Riva, Rivera .
Vive a Vercelli dove prosegue l’attivismo di movimento.
Dell’Italia di oggi dice che c’è un progressivo scollamento fra chi governa e la cittadinanza, i bisogni dei cittadini non sono più riconosciuti…gli anni settanta dimostrano che qualcosa si può cambiare.
Torinese. Paolo Sollier e ci tiene alla pronuncia italiana di un cognome di radice francese, occitana. Anno di nascita 1948. “Nel sessantotto mi presi una pausa smettendo di studiare dall’ITI”.
Nei confronti del movimento studentesco si sentiva a disagio poiché essendo nullafacente non era “categoria”; giocava a pallone e faceva il volontario con EMMAUS e Operazione Mato Grosso…. Il mondo cattolico progressista è stata la sua piattaforma di partenza.
“Il sessantotto è stata una cosa molto positiva perché ha scardinato i valori ancestrali, nei rapporti personali, il modo di stare al mondo.” dice e si arrabbia quando si etichetta quel periodo come “anni di piombo”, “Innegabile che ci siano stati un terrorismo ed un fenomeno eroina ma in quegli anni sono nati i movimenti civili: femminismo, ambientalismo ed anche son state fatte le conquiste della società odierna: diritti sindacali etc..” afferma.
Casualmente nel mondo del calcio professionale. Casualmente la foto col pugno chiuso per la quale è divenuto famoso a quell proposito racconta che era un’espressione di identità nata quando salutava i suoi amici che lo andavano a veder giocare, proseguì quando giocava del Perugia in serie A ma era un gesto rivolto a se stesso per ricordarsi delle proprie radici, visto che cakcisticamente si è sempre ritenuto un “brocco” e si trovava in campo con gente come Gigi Riva, Rivera .
Vive a Vercelli dove prosegue l’attivismo di movimento.
Dell’Italia di oggi dice che c’è un progressivo scollamento fra chi governa e la cittadinanza, i bisogni dei cittadini non sono più riconosciuti…gli anni settanta dimostrano che qualcosa si può cambiare.
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- Federico Tovoli
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